Il chitosano inserito nella dieta svolge inoltre una moderata attività antimicrobica, debellando parecchie varietà di comuni patogeni dentari. Sembra inoltre poter prevenire l’aderenza della Candida albicans, un organismo che causa infezioni fungine nelle donne, alle cellule vaginali.11 Interferendo con l’attività di un altro organismo in grado di causare malattie chiamato Clamidia, il chitosano può essere d’aiuto nella prevenzione di una delle affezioni più comuni al mondo, trasmessa per via sessuale e strettamente connessa ad un’altra, tipicamente femminile: la malattia pelvica infiammatoria (PID).
Sotto il profilo negativo, l’uso del chitosano non è raccomandato a chi soffre di allergie riconosciute nei confronti di molluschi e crostacei; può inoltre interferire con l’assorbimento di minerali quali il calcio” sebbene sia facilmente possibile porre rimedio a quest’ultimo effetto prendendo il calcio, gli altri minerali e il chitosano ad orari diversi. Un elevato apporto di chitosano può eventualmente ridurre i livelli di vitamina E nel sangue,” un altro problema facilmente risolvibile per mezzo, in questo caso, di un’integrazione giudiziosa di vitamina E. Mentre una ricerca che aveva come soggetti dei polli mostrò come il chitosano interferisse con la digestione delle proteine, non ci sono prove a sostegno del fatto che questo effetto possa verificarsi anche nell’uomo.
Per dei risultati migliori, assumete il chitosano circa un’ora prima di un pasto contenente lipidi e, come nel caso delle altre fibre alimentari, bevete molti liquidi per facilitarne la massima diffusione nell’organismo. Il chitosano può assorbire da quattro a sei volte il suo peso in grassi, ma non dimenticate di considerare quanti ne consumate in un pasto. Chiaramente, un pasto a più elevato contenuto lipidico necessita di una maggiore quantità di chitosano, da 15 a 20 grammi. L’efficienza delle fibre risulterà migliorata se prenderete della vitamina C insieme al chitosano.
Un altro potenziale vantaggio derivante dall’utilizzo di questa sostanza è la sua funzione di modulatore di carboidrati. Per esempio, se assumete il chitosano da 30 a 45 minuti prima di mangiare un carboidrato altamente glicemico, come le patate arrosto, vedrete che esso, proprio grazie alle sue proprietà simili a quelle di un gel, si attaccherà ai carboidrati presenti in questi tuberi. Questo, a sua volta, farà sì che l’indice glicemico delle patate, normalmente alto, cali drasticamente. L’effetto globale è quello di un migliore controllo del glucosio presente nel sangue, proprio grazie ad una minore secrezione di insulina che, da parte sua, dà una mano a ridurre il grasso corporeo